Nonostante numeri assoluti importanti, la quota di imprese guidate da donne resta sotto la media nazionale.
Tra calo dei settori tradizionali, difficoltà nell’accesso al credito e problemi di conciliazione vita–lavoro, il Veneto si trova davanti a sfide decisive per il futuro dell’imprenditoria femminile.

L’imprenditoria femminile rappresenta una componente sempre più significativa del tessuto economico italiano, ma il Veneto – pur mostrando dinamismo e capacità innovativa – registra ancora alcuni elementi di criticità da affrontare.
Secondo le più recenti analisi regionali, le imprese femminili venete costituiscono circa il 20,6% del totale, una quota sì rilevante in valore assoluto, ma inferiore alla media nazionale, che si attesta attorno al 22,7%. Un dato che segnala la presenza di margini di miglioramento, soprattutto se confrontato con regioni che hanno superato soglie più elevate.
Crescita in rallentamento e settori in difficoltà
Il secondo elemento di attenzione riguarda l’andamento recente: tra il 2021 e il 2024, il numero di imprese femminili nel Veneto ha registrato una contrazione, evidenziando un rallentamento strutturale.
I comparti più colpiti risultano essere:
• agricoltura,
• commercio al dettaglio,
• manifattura, soprattutto moda e legno-arredo.
Si tratta di settori già soggetti a trasformazioni profonde e che, in questa fase, hanno sottratto spazio alle attività guidate da donne.
Accesso al credito: una barriera ancora troppo alta
Un altro nodo cruciale riguarda la difficoltà di accesso al credito, una criticità storica che continua a influenzare la crescita delle imprese femminili.
La fiducia da parte degli operatori finanziari rimane spesso limitata, ostacolata da stereotipi e da un approccio ancora poco inclusivo. A ciò si aggiungono le complessità di gestione delle risorse economiche e organizzative, aggravate dalla necessità di conciliare attività lavorativa, carichi familiari e mancanza di infrastrutture di supporto, come asili nido e servizi alla genitorialità.
Una distribuzione settoriale che limita lo sviluppo
Molte imprese femminili sono concentrate in settori considerati “tradizionali” o meno remunerativi:
servizi alla persona, educazione, turismo, ristorazione.
Settori importanti, ma spesso:
- più vulnerabili alle crisi,
- meno scalabili,
- con minori prospettive di crescita ed esportazione.
Questa concentrazione settoriale rischia di limitare la capacità di espansione dell’imprenditoria femminile nel suo complesso.
Conciliazione vita-lavoro: un ostacolo reale
La gestione del tempo e delle responsabilità familiari continua a pesare in modo significativo sulle imprenditrici venete.
Il rientro al lavoro dopo una maternità, la difficoltà di gestire orari flessibili e la carenza di servizi di welfare aziendale rappresentano fattori che frenano molte iniziative imprenditoriali.
Conclusione: un potenziale enorme, ma servono interventi mirati
Nonostante le criticità, le donne che fanno impresa in Veneto apportano al territorio innovazione, resilienza e diversificazione, contribuendo alla competitività regionale.
Per valorizzare appieno questo potenziale occorrono:
• misure finanziarie dedicate,
• formazione e accompagnamento imprenditoriale,
• servizi territoriali e di welfare più solidi,
• azioni di riequilibrio settoriale che favoriscano l’ingresso nei comparti ad alto valore aggiunto.